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26/11/2009 | News

Un calcio alla noia crescere insieme allo sport

Dalla passione di alcuni educatori delle comunità di Via Larga e I Due Pini per il calcio è nato il progetto "Un calcio alla noia" che vuole portare alla creazione di una squadra di calcio a sette regolarmente iscritta al campionato Uisp della provincia di Bologna nella categoria Amatori.

Il nome e la maglia

 

Ai primi di settembre in un ristorante ai piedi di porta Saragozza ci siamo trovati - i futuri membri della squadra - per decidere colori e disegno delle magliette e per scegliere il nome della squadra. Eravamo dieci: tre educatori e sette ragazzi. Giocavamo insieme già da qualche anno, ma da qualche mese ormai coltivavamo l’idea di iscriverci ad un vero campionato. È stata una cena lunga e divertente e, alla fine, dopo democratiche votazioni, ci chiameremo LacanTera, nome frutto di un gioco di parole che comprende lo psicoanalista Lacan (con le cui idee - abbiamo detto ai ragazzi - il nostro direttore terapeutico “ci fa una testa così”) e il nome del vivaio dei giovani campio ni del Barcellona, “La cantera” appunto, che in spagnolo significa la fucina, il cantiere delle giovani promesse. Superfluo dire che è stato questo secondo aspetto del gioco di parole ad entusiasmare i ragazzi e a farli votare per questo nome! Sempre dopo un accurato ballottaggio abbiamo scelto anche la maglietta: a scacchi bianchi e bordeaux, con scritte in giallo oro e stemma sociale creato su idea dei ragazzi.

 

Alessandro Emanuele Moneta, Presidente LacanTera F.C.

L’esordio: 13 settembre 2009, ore 21

 

Siamo tutti emozionati. È la prima volta che molti di noi affrontano la partita di un vero campionato, con arbitri, guardalinee, magliette ufficiali. Ognuno a suo modo siamo tutti legati da un’emozione speciale e un obiettivo unico: divertirci e crescere piano piano come squadra. Siamo nello spogliatoio, mancano pochi minuti al fischio d’inizio: un giovane attaccante, dice ad alta voce:” Oh ragazzi… la cosa positiva è che non potremo mai scendere sotto lo zero”. Come dargli torto? Con questo spirito è nata LacanTera. La partita? La cosa essenziale è che ci siamo divertiti, inoltre non siamo andati sotto lo zero ma siamo arrivati a quota 1, e, di più, siamo stati così cortesi, visto che era il primo appuntamento, a farli passare 8 volte. D’altronde la classe non è acqua.

 

Alessandro Emanuele Moneta, Presidente LacanTera F.C.

BUONA LA SECONDA, QUASI BUONA...

Per la seconda volta, coraggiosi e prodi, LacanTera F.C. si è presentata in campo il 13 ottobre in quel di Sasso Marconi. Dopo alcune vicissitudini con la terna arbitrale, troppo puntigliosa rispetto alla prima di campionato, i dieci con maglia a righe verde e gialla si sono presentati in campo sfidando un freddo a dir poco mannaro. Formazione di partenza presentava il primo acquisto della società, ovvero il soprannominato “Tony da Barletta”, ragazzo trentenne che si metteva subito in luce con ottimi riflessi nonostante la mira inizialmente un po' difettosa dei tiri avversari.

La difesa, rigorosamente a tre, presentava il nuovo secondo baluardo contro la corazzata avversaria; il centrale Serse Soverini, che con la prestanza fisica e la tecnica accumulata nel suo passato calcistico professionista, dava una solida resistenza ai due terzini che per la seconda volta nel corso del campionato partivano come titolari, a sinistra il veloce, preciso e volenteroso Alessandro D'Anna e a destra Luca Biagiola.

A centro campo veniva riproposta la fantasiosa coppia Ferri/Moneta che con la loro velocità ed il loro tiro, buono anche dalla lunga distanza, avevano già impensierito gli avversari durante il primo scontro.

Davanti, il cannone offensivo, era nelle mani di Gabriele Pace, che riportava nel campo la sua verve napoletana con tocchi di sponda alla Maradona. In panchina, pronti e scalpitanti per i primi cambi, il duo Francesco Airano e Matteo Vurchio arricchita dagli infortunati Marco e Alessandro Turrini che con Alessandro Bertocchi formavano la linea tattica pronta a dare consigli alla squadra scesa sul terreno di gioco.

La partita partiva con numerose incursioni degli avversari, copione già visto nella prima di campionato, che fortunatamente finivano fuori dal rettangolo di gioco. I riflessi di Tony salvavano la porta de LacanTera in un paio di occasioni; il nuovo acquisto si metteva comunque in luce come riedizione del Ragno che nelle notti mondiali del 1990 aveva acceso il cuore di numerosi italiani.

Per la forte pressione avversaria poche le occasioni di tiro; un cross partito da dietro la metà campo trovava una sponda di testa di Gabriele pronto a rifornire Moneta che saliva dietro di lui sulla sinistra. La palla malandrina però, forse infreddolita anche lei, prendeva una traiettoria strana che ingannava il centrocampista con un contro tempo subitaneo facendo così sfumare una chiara occasione di tiro de LacanTera.

La storia si ripete diceva un grande cronista e così dopo 25 minuti di incredibile prestazione di gioco, la squadra subiva la prima segnatura avversaria grazie; una palla solitaria che chiedeva solo di essere spinta in rete, si trovava a ruzzolare dentro l'area di rigore ed un piattone destro metteva dentro il gol dell'uno a zero. Più o meno avveniva la stessa identica scena per il gol del due a zero. Qualcosa però a livello astrale stava accadendo; un fulmine scendeva diretto sul campo di gioco di Sasso Marconi sotto le sembianze di Alex Ferri. La scheggia umana, dopo un dribbling secco a danno di un avversario, volava sulla fascia destra, per poi rientrare al centro; scendeva come una valanga nell'area di rigore i di fronte al portiere puffo avversario, costringendolo ad una entrata sulle gambe che più che da port iere poteva essere paragonata a quella di un cercatore di lombrico. Rigore!!! Netto, pulito che nemmeno le proteste da pollaio azzardate dalla squadra avversaria potevano annullare. Sul dischetto si presentava il temerario protagonista di questa azione; sguardo di ghiaccio, piede di ferro, cuore di leone, sbatteva, con un potente destro che gonfiava la rete avversaria, la palla nella porta. Due a uno; la squadra ci crede, esulta con tutta la voce che ha nei suoi polmoni e si porta così alla fine del secondo tempo. Ci crediamo, forse non andrà come la prima partita, siamo lì a lottare con il fiato sul collo delle api avversarie, dati i colori sociali della squadra opposta.

Il secondo tempo si apre con alcune sostituzioni, ma purtroppo per LacanTera, Giove ha finito le saette; i sette si battono ancora di più; Airano copre, fa sponde, torna in difesa e riparte per l'attacco. Vurchio tenta di divincolarsi tra le maglie avversarie allargandosi più volte sulla fascia, ma nulla si può quando i fulmini non irradiano più il campo. Anzi non irradiano più la metà campo dove si trova la nostra squadra. Così complici alcune sviste difensive ed poca incisività offensiva iniziano a fioccare i gol delle api; uno, due, tre. Moneta tenta di interrompere questa escalation in passivo con due punizioni che fanno diventare ancora più piccino l'estremo puffo giallo nero della squadra avversaria; un piattone di Biagiola diretto sul palo opposto alla posizione del portiere da un ultimo scossone alla partita, ma Zeus ha già deciso; 6 a 1. Triplice fischio e ritorno negli spogliatoi.

LacanTera è però rincuorata del fatto che il passivo è sceso di due gol rispetto alla prima uscita.

In attesa dello scontro della terza di campionato, non mollate; anche gli AC DC dicevano "è una lunga strada se... volete segnare un gol" (magari più di uno).

Luca Biagiola Cardinali

"MARZIANI" – LACANTERA 2-3

Se c'era vita su Marte è stato molto tempo fa.

Oggi, 24-novembre-2009, Lacantera espugna l'impervio campo di Sasso dimostrando che Leopardi aveva ragione: oltre la siepe c'è l'infinito.

Al triplice fischio braccia alzate, grida, salti, abbracci e ancora abbracci…

Anche se mi ci è voluto un po' a capire che davvero avevamo vinto noi. Non ho mai creduto nei miracoli... e con questa partita ho la prova: i miracoli non esistono! Sarà strano da credere per chi malauguratamente non ha potuto assistere all'incontro, ma per chi c'era la gioia è stata doppia,tripla..di più; ebbene si, LacanTera batte Serena 80 meritatamente, con la testa e col cuore, con lo spirito di sacrificio di tutti, con una squadra composta e determinata, pronta a lottare su ogni palla vagante, a credere sempre di poter arrivarci prima dell'avversario. Consapevoli dei nostri limiti abbiamo fatto una partita accorta, lasciando il gioco ai primi della classe ma contrastando in ogni reparto e non rinunciando mai alle ripartenze. Ragazzi.. recuperata palla in velocità li abbiamo bruciati più e più volte.. e sono ancora là che tentano di raggiungere quella scheggia di Alex.

Non ho mai creduto neppure ai fenomeni… E oggi ho la prova che i fenomeni non esistono! Li abbiamo smontati pezzetto dopo pezzetto, ogni minuto che passava, ogni secondo, sentivo che perdevano coraggio mentre dentro di noi saliva il fuoco. Se poi mi veniva quel tiro parato con palla sopra la traversa non so cosa avrei fatto, forse il giro del campo nudo.. purtroppo vi ho evitato lo spettacolo, pazienza, sarà per un'altra volta.

Bene così, bravi tutti, ora vi saluto perchè ho finito lo spumante, solo una cosa...

Accidenti a quelle volte che, anche solo per un attimo, ho pensato che non ce l'avremmo fatta.

Bertok 99
Terzino destro (fino al rientro del grande Biagiola)
poi possibile centrocampista al fianco del mitico Mone.

Responsabile del progetto

Alessandro Moneta (alessandroemanuelemo@libero.it)

Collaboratori alla realizzazione del progetto:

Luca Biagiola Cardinali (biagio980@libero.it)
Andrea Gori (andrea.gori@fondazioneaugustapini.it)